Contratto ad uso turistico: la tipologia di locazione ideale per gli affitti brevi

Hai già letto il nostro approfondimento sulle tipologie di contratto immobiliare? In quell’articolo abbiamo visto le principali formule per affittare un immobile: dal contratto 4+4 al contratto transitorio, fino a quello per studenti.

In questo nuovo contenuto ci concentriamo su una delle formule più utilizzate per chi affitta a viaggiatori e turisti: il contratto ad uso turistico, la soluzione perfetta per chi sceglie l’affitto breve.


Cos’è il contratto ad uso turistico

Il contratto di locazione turistica è un accordo stipulato tra proprietario e ospite per affittare un immobile per un periodo generalmente inferiore ai 30 giorni. È la formula più diffusa per le case vacanze e gli affitti brevi, perché consente grande flessibilità: canone e condizioni vengono stabiliti liberamente dalle parti, senza particolari vincoli normativi.

La durata massima è di 30 giorni: superata questa soglia, il contratto deve essere registrato presso l’Agenzia delle Entrate, con l’applicazione di un’imposta di registro pari al 2% del canone stabilito.


Contratto turistico e normativa: cosa prevede la legge

Il riferimento normativo è l’articolo 4 del DL 50/2017, che stabilisce la soglia dei 30 giorni come limite per distinguere le locazioni brevi o turistiche da quelle ordinarie.
In sintesi:

  • fino a 30 giorni: contratto libero, nessun obbligo di registrazione;
  • oltre i 30 giorni: obbligo di registrazione con modello RLI e pagamento imposta di registro.

Le tre tipologie di contratto turistico

Quando si parla di contratto ad uso turistico, possiamo distinguere tre categorie principali:

Contratti turistici a breve termine

Hanno una durata massima di 30 giorni e non necessitano di registrazione. Sono perfetti per chi affitta a turisti, viaggiatori e ospiti temporanei.

Contratti turistici a medio termine

Si estendono dai 30 giorni ai 6 mesi. In questo caso la registrazione è obbligatoria. Sono molto richiesti da lavoratori in trasferta o ospiti che si fermano più a lungo in città.

Contratti turistici a lungo termine

Oltre i 6 mesi, vanno sempre registrati. Sono usati soprattutto da aziende che devono ospitare collaboratori per periodi prolungati.


Differenza con il contratto transitorio e per studenti

Il contratto transitorio e il contratto per studenti hanno caratteristiche simili, ma non vanno confusi con il contratto turistico.

  • Il contratto transitorio ha una durata massima di 18 mesi ed è pensato per esigenze temporanee documentate, come motivi di lavoro o trasferimenti.
  • Il contratto per studenti universitari è una variante del transitorio, con durata da 6 a 36 mesi, pensata per studenti fuori sede che devono vivere in città per motivi di studio.

Il contratto ad uso turistico, invece, è pensato esclusivamente per finalità turistiche e vacanziere, con durata inferiore a 30 giorni.


Perché affidarsi a un’agenzia di affitti brevi

Gestire correttamente le tipologie contratto locazione non è semplice: conoscere differenze, obblighi e limiti è fondamentale per evitare problemi fiscali o legali. Per questo motivo affidarsi a un’agenzia affitti brevi a Bologna come RealKasa è la scelta ideale:

  • assistenza nella scelta della formula contrattuale più adatta;
  • gestione burocratica e registrazione dei contratti quando necessaria;
  • massimizzazione della redditività grazie a una gestione professionale degli affitti brevi.

Il contratto ad uso turistico è la formula più semplice e flessibile per chi vuole affittare la propria casa a viaggiatori e turisti per brevi periodi. Grazie alla consulenza di RealKasa affitti brevi a Bologna, puoi gestire in modo sicuro e senza pensieri la tua proprietà, scegliendo la tipologia contrattuale più adatta alle tue esigenze.

 

Articolo scritto da RealDigitale | Smart-Tech Agency

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